Intercettare i bambini

Sono stato sempre curioso per le sembianze delle persone, fino a cercare di individuare una correlazione tra la fisionomia e il nome proprio, basandomi sul fatto che il nome che i genitori scelgono per i propri figli rispecchia la loro personalità, il loro modo di essere, quindi una sorta di “ereditarietà” anche per il nome tanto da poter ipotizzare un accostamento… Ma al di là di queste fantasie personali, alcuni dati della fisionomia o della fisiologia di un individuo, ovviamente nel mio caso mi riferisco ai bambini, possono essere in grado di far intuire quelle che sono le sue caratteristiche generali e le sue propensioni, nozioni sicuramente utili ai fini della gestione del suo stato di salute. Sapete ad esempio che un bambino grassoccio, che ha messo i denti tardi, che suda al capo quando si addormenta, tenderà ad essere pigro, metodico, abitudinario, sicuramente affidabile?A non gradire il latte e ad essere più adatto allo studio delle materie scientifiche?E che un bambino magro, che non ingrassa nonostante mangi bene, molto intelligente, curioso, ironico tenderà ad essere riservato, permaloso, molto bravo a scuola, orientato verso cibi saporiti e piccanti e a soffrire di cefalea?E che i bambini magri, pallidi , meticolosi,

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Omeopatia, tra Fenomenologia ed Epigenetica

Il primo presupposto è stabilire se l’omeopatia contempla, nella sua impostazione, aspetti legati alla genetica. A tale scopo potremmo, ad esempio, considerare che dietro gli aspetti morfofunzionali che l’omeopatia tiene in conto, almeno in certe sue applicazioni, ai fini di inquadrare il soggetto per la prescrizione terapeutica, possono essere impliciti aspetti genetici. Ad esempio il soggetto mesomorfo (mesoblasta) è più portato al rischio di malattie cardiovascolari( Ghosh et al, 2000 ; Herrera et al, 2004) quindi dietro l’aspetto morfofunzionale del mesoblasta, è prevedibile un assetto genetico caratteristico che orienta la sua biologia verso un certo tipo di malattie. Anche aspetti morfologici più circoscritti sembrano sottendere una predisposizione a malattie specifiche, vedi ad esempio il rapporto tra lunghezza del 2° e 4° dito della mano: il secondo dito ha in effetti lunghezza inferiore se c’è una esposizione al testosterone in gravidanza (Knickmeyer et al, 2011) per cui il rapporto tra lunghezza del 2° e del quarto dito è in tal caso inferiore e questi soggetti sono meno empatici, più predisposti al cancro della prostata se di sesso maschile (Jung et al, 2011) e protetti dal cancro del seno se di sesso femminile (Muller et al, 2012). Chi negherebbe anche in tal

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Di asma in asma, di bambino in bambino (Editore Tecniche Nuove)

L’asma bronchiale è tra le malattie ad andamento cronico più diffuse tra la popolazione pediatrica e negli ultimi vent’anni la sua incidenza è raddoppiata, soprattutto nel mondo occidentale: in Italia è passata dal 6 al 12%. La complessità della sua origine fa sì che spesso il paziente, e ancor più i suoi genitori (se il paziente è un bambino), abbiano difficoltà a capire quali siano gli elementi di maggiore utilità per valutare la gravità della malattia e la possibilità di curarla con risultati positivi. Questo volume si propone di fornire tali elementi con un approccio divulgativo per “non addetti ai lavori”, pur conservando sino in fondo un’attenzione di tipo scientifico nell’affrontare tutte le problematiche connesse all’asma bronchiale. Gli aspetti genetici, diagnostici e terapeutici vengono esaminati dal punto di vista sia delle medicine non convenzionali sia della medicina convenzionale, allo scopo di rintracciare i punti d’incontro tra i due approcci. Ampio spazio è dedicato alla terapia, fornendo anche in questo caso elementi riguardanti le diverse modalità di intervento, al fine di evidenziare come a una malattia complessa debba corrispondere una terapia altrettanto complessa, o comunque in grado di affrontare a vari livelli i sintomi manifestati dal paziente. (vai alla pagina dell’editore:

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Medicina Omeopatica e Medicina Convenzionale: due medicine diversamente simili

Diceva Ilkka Tuomi “impossibile dividere la conoscenza in due campi nettamente separati, quello della conoscenza inespressa e quello della conoscenza esplicita” (Corporate Knowledge, 1999). Possiamo ritenere che alla conoscenza inespressa appartiene l’Omeopatia e a quella esplicita appartiene la Medicina Convenzionale? Sì se espressione ed esplicitazione si riferiscono alla capacità di documentare sul piano scientifico la impostazione metodologica delle due medicine, no se consideriamo la espressione e la esplicitazione come prove di veridicità. D’altronde se la conoscenza inespressa si dedica, anche se in modo diverso, agli stessi argomenti di quella esplicita, può rappresentare per essa motivo di arricchimento sul piano epistemologico. Questo concetto porta alla considerazione che la diversità tra Medicina Omeopatica e Medicina Convenzionale è data erroneamente spesso per scontata e che può essere interessante approfondire questo tema così dibattuto, alla ricerca di elementi comuni tra esse. Francois Laplantine riusciì nel suo libro, “Antropologia della Malattia” (Ed Sansoni, 1988), ad affrontare, in un modo che mi sentirei di definire perfetto, l’argomento della apparente diversità tra le due medicine, prospettando una chiave di lettura sicuramente originale e interessante. Laplantine raccoglie interviste fatte a medici e pazienti e la descrizione di malattie fatte da grandi Autori Francesi (Balzac, Proust…) giungendo alla conclusione

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