Autore: Prof. Francesco Macrì

Omeopatia, tra Fenomenologia ed Epigenetica

Il primo presupposto è stabilire se l’omeopatia contempla, nella sua impostazione, aspetti legati alla genetica. A tale scopo potremmo, ad esempio, considerare che dietro gli aspetti morfofunzionali che l’omeopatia tiene in conto, almeno in certe sue applicazioni, ai fini di inquadrare il soggetto per la prescrizione terapeutica, possono essere impliciti aspetti genetici. Ad esempio il soggetto mesomorfo (mesoblasta) è più portato al rischio di malattie cardiovascolari( Ghosh et al, 2000 ; Herrera et al, 2004) quindi dietro l’aspetto morfofunzionale del mesoblasta, è prevedibile un assetto genetico caratteristico che orienta la sua biologia verso un certo tipo di malattie. Anche aspetti morfologici più circoscritti sembrano sottendere una predisposizione a malattie specifiche, vedi ad esempio il rapporto tra lunghezza del 2° e 4° dito della mano: il secondo dito ha in effetti lunghezza inferiore se c’è una esposizione al testosterone in gravidanza (Knickmeyer et al, 2011) per cui il rapporto tra lunghezza del 2° e del quarto dito è in tal caso inferiore e questi soggetti sono meno empatici, più predisposti al cancro della prostata se di sesso maschile (Jung et al, 2011) e protetti dal cancro del seno se di sesso femminile (Muller et al, 2012). Chi negherebbe anche in tal

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Le Infezioni Respiratorie Recidivanti

Le infezioni respiratorie recidivanti (IRR) rappresentano un problema rilevante, soprattutto e quasi esclusivamente per l’età pediatrica,  essendo motivo di frequente richiesta di consultazione per il pediatra. Esse si traducono in perdita di giorni di scuola per il bambino, assenza dal posto di lavoro per i genitori che devono accudire, un impegno rilevante in termini di spesa sanitaria. La definizione stabilisce che un bambino è affetto da IRR se ha più di 6 episodi  febbrili per anno localizzati alle alte vie respiratorie o più di 3 episodi per anno localizzati alle basse vie respiratorie, in assenza di patologie specifiche (deficit immunitari, fibrosi cistica etc..). Ne è affetto il 25% dei bambini di età inferiore ad un anno e il 18% dei bambini di età compresa tra 1 e 4 anni, comportano 2.2 ricoveri , 19.7 cicli di antibiotico e 46 visite ogni 100 episodi  e il costo medio per episodio oscilla tra i 150 e i 200 euro . Tra i fattori favorenti si segnala la frequenza all’asilo nido , il fumo dei conviventi , l’affollamento domestico, l’inquinamento indoor  e outdoor , il basso livello socioeconomico , lo stress emotivo . L’etiologia è virale nel 80% dei casi e batterica nel

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Di asma in asma, di bambino in bambino (Editore Tecniche Nuove)

L’asma bronchiale è tra le malattie ad andamento cronico più diffuse tra la popolazione pediatrica e negli ultimi vent’anni la sua incidenza è raddoppiata, soprattutto nel mondo occidentale: in Italia è passata dal 6 al 12%. La complessità della sua origine fa sì che spesso il paziente, e ancor più i suoi genitori (se il paziente è un bambino), abbiano difficoltà a capire quali siano gli elementi di maggiore utilità per valutare la gravità della malattia e la possibilità di curarla con risultati positivi. Questo volume si propone di fornire tali elementi con un approccio divulgativo per “non addetti ai lavori”, pur conservando sino in fondo un’attenzione di tipo scientifico nell’affrontare tutte le problematiche connesse all’asma bronchiale. Gli aspetti genetici, diagnostici e terapeutici vengono esaminati dal punto di vista sia delle medicine non convenzionali sia della medicina convenzionale, allo scopo di rintracciare i punti d’incontro tra i due approcci. Ampio spazio è dedicato alla terapia, fornendo anche in questo caso elementi riguardanti le diverse modalità di intervento, al fine di evidenziare come a una malattia complessa debba corrispondere una terapia altrettanto complessa, o comunque in grado di affrontare a vari livelli i sintomi manifestati dal paziente. (vai alla pagina dell’editore:

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Insegnamento delle CAM nelle Università, un problema aperto

Alcuni anni fa, alla “Sapienza” di Roma, fu discussa una tesi di laurea in Medicina dal titolo “La terapia Omeopatica della tosse nel bambino”. La candidata ottenne la Laurea a voto pieno con lode, ma non è dato sapere se, in seguito, abbia tratto vantaggi dall’evento e non è dato sapere neanche se, nella sua attività di Medico, abbia poi deciso di professare la Medicina Omeopatica. Allora, in realtà, non era neanche abitudine dichiararlo, si decideva di essere un medico omeopata e bastava la decisione. In questi ultimi anni però , da Terni in poi, la pratica professionale delle principali Medicine Complementari (che chiameremo CAM), gradualmente ha conseguito una dignità assolutamente imprevedibile in passato. A Terni, nel marzo del 2009, infatti, la FNOMCeO stabiliva che: L’esercizio delle suddette medicine e pratiche non convenzionali è da ritenersi a tutti gli effetti atto medico e pertanto si ritiene: essere le medicine esercitabili e le pratiche gestibili, in quanto atto medico, esclusivamente da parte del medico chirurgo ed odontoiatra in pazienti suscettibili di trarne vantaggio dopo un’adeguata informazione e l’acquisizione di esplicito consenso consapevole; essere il medico chirurgo e l’odontoiatra gli unici attori sanitari in grado di individuare pazienti suscettibili di un beneficiale

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