Autore: Prof. Francesco Macrì

CAM , vaccini e “higiene hypothesis”

Negli ultimi tempi si è venuta a creare in Italia una situazione complessa riguardante la pratica vaccinale . Notizie su possibili effetti negativi hanno determinato una tendenza rilevante all’astensione, portando il livello di copertura per alcuni tipi di vaccini al di sotto del 95%,  con la conseguente diffusione  di malattie che erano oramai divenute sporadiche, come il Morbillo. Il fenomeno ha indotto le istituzioni sanitarie a misure di difesa della pratica vaccinale, come la propedeuticità dei vaccini per la iscrizione alle scuole   e le sanzioni nei confronti dei medici contrari alle vaccinazioni . Si può intuire quanto questo momento storico, a causa di vari aspetti di tipo sociale e culturale, sia distorsivo: in passato la richiesta di dimostrare l’avvenuta effettuazione dei vaccini per essere iscritti a scuola era  prassi abituale ed accettata senza particolare resistenza. E’ negli ultimi, possiamo dire, 20 anni che si è aperto un confronto tra la comunità scientifica da una parte e gli esperti di bioetica dall’altra,  sulla validità e convenienza dell’obbligo messe a confronto con  un atteggiamento di scelta responsabile da parte dei cittadini, considerando che la loro capacità di informazione e la loro sensibilità alle problematiche della propria salute sono aumentate. Anche in alcuni

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I bambini e il loro comportamento

Da anni sto sostenendo che il pediatra dovrebbe cominciare a dedicarsi con più attenzione ai problemi di comportamento dei bambini, che sono, apparentemente , emergenti. Dico apparentemente perché sono convinto del fatto che hanno sempre rappresentato un importante aspetto della salute pediatrica e che è soltanto a causa dei cambiamenti culturali della società negli ultimi decenni, che vedono crescere l’interesse per tutto quello che riguarda la psicologia dell’individuo, i suoi comportamenti, la sua intimità emotiva, che ora viene attenzionato. Questa convinzione, di dover porre attenzione agli aspetti comportamentali del bambino, l’ho sviluppata negli anni rendendomi conto che sì, ero un buon pediatra, in grado di dare risposte esaurienti, operative, ai genitori dei miei pazienti, certamente sulla terapia di malattie di vario tipo, acute e croniche, ero in grado di controllare l’accrescimento, di impostare l’alimentazione, di orientare nei disturbi del linguaggio, anche di dare consigli su aspetti riguardanti il comportamento, ma certamente di essere in difficoltà quando questi problemi erano impegnativi o associati a forte disagio o a disturbi della sfera cognitiva. Così ho cominciato ad approfondire per mio conto questi aspetti, mi sono detto che oramai le patologie di tipo organico non rappresentano più un vero problema: quelle acute sono

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CAM e vaccinazioni

Negli ultimi tempi si è venuta a creare in Italia una situazione complessa attinente alla pratica vaccinale . Notizie su possibili effetti hanno determinato una tendenza rilevante all’astensione, portando il livello di copertura per alcuni tipi di vaccini al di sotto del 95%, con conseguenze evidenti come la ricomparsa di malattie oramai in via di scomparsa, come il Morbillo. Il fenomeno ha indotto le istituzioni sanitarie a misure di difesa della pratica vaccinale, come la propedeuticità dei vaccini per la iscrizione alle scuole e sanzioni nei confronti dei medici contrari alle vaccinazioni . E’ opinione diffusa che i medici critici nei confronti dei vaccini siano soprattutto i medici che praticano le Medicine Complementari Alternative(CAM) e in particolare l’Omeopatia. Proprio per quanto riguarda l’Omeopatia, sui sacri testi non si trova traccia concreta di contrarietà della dottrina omeopatica nei confronti della pratica vaccinale, addirittura Hahnemann, fondatore dell’Omeopatia, aveva elogiato Jenner per aver introdotto il vaccino per il vaiolo! Unica considerazione da parte dell’Omeopatia è che i vaccini, come d’atronde i farmaci chimici in generale se usati in modo eccessivo, possono avere come effetto indesiderato quella che viene definita “sicotizzazione”, ovverosia una modifica della reattività dell’organismo orientandola verso la cronicizzazione. La profilassi delle

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Medicine Complementari e Antibioticoresistenza

Il problema dell’antibiotico resistenza (AR), da diverso tempo all’attenzione della classe medica e delle Istituzioni Sanitarie a livello internazionale, ha assunto negli ultimi anni particolare rilevanza: il sistema di sorveglianza Global Antimicrobial Surveillance System (GLASS) allertato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nell’ottobre 2015, segnala un’emergenza crescente di batteri che non rispondono agli antimicrobici utilizzati per debellarli(1). I dati sono preoccupanti soprattutto perché i patogeni non rispettano i confini nazionali, come ha dichiarato Marc Sprenger, direttore del Segretariato della resistenza antimicrobica dell’Oms , e i batteri resistenti più comunemente riportati sono Escherichia coli, Klebsiella Pneumoniae, Staphylococcus aureus e Streptococcus pneumoniae. Dei 52 Paesi iscritti al GLASS, soltanto 40 hanno fornito informazioni sui loro sistemi di sorveglianza nazionali e soltanto 22 hanno anche fornito dati sui livelli di resistenza. In Italia, la resistenza agli antibiotici si mantiene tra le più elevate in Europa, fatto legato presumibilmente all’eccessivo uso di antibioticoterapia, considerando il dato che ogni giorno in Italia circa 1 milione e mezzo di persone (2,5% della popolazione) assume al di fuori dell’ambito ospedaliero, un antibiotico. Secondo il recente Report della Sorveglianza Nazionale delle batteriemie (2) l’incidenza della resistenza della Klebsiella Pneumoniae ai carbapenemi è salita dall’1,3% nel 2009 al 27% nel 2011

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