Autore: Prof. Francesco Macrì

Qualche idea sull’uso dei probiotici (ex fermenti lattici)

Nel 2013 fu assegnato il premio Nobel a James Rothman , Randy Schekman e al tedesco Thomas Südhof per aver scoperto il meccanismo di comunicazione all’interno del nostro organismo, mi riferisco alle vescicole extracellulari, corpiccioli che sono presenti nei fluidi corporei (sangue, latte materno, saliva…) e che portano con regolarità messaggi alle cellule grazie al loro contenuto in DNA, RNA, enzimi, proteine etc.. In modo analogo possiamo immaginare le azioni del microbiota intestinale che si inscrive all’interno di un sistema complesso di comunicazione con il resto dell’organismo con delle regole che al momento in gran parte non conosciamo. A seguito del parto per via vaginale si realizza la prima tappa di questo processo che porterà alla diffusione dei microrganismi che andranno a colonizzare tutti i distretti dell’organismo a contatto con il mondo esterno, cure, mucose respiratorie, mucose intestinali, creando un tutt’uno tra genoma dell’organismo e genoma dei microbi ospitati e fatti propri (ologenoma). Il microbioma che riceviamo si calcola essere composto da 2.000 generi, 4-5 mila specie e oltre 300 milioni di geni: i geni dell’organismo umano sono poco oltre il milione e di essi solo 20-22.000 sono attivi e codificanti, il resto rappresenta una sorta di riserva da cui

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La Medicina Integrata a 10 anni dalla Pubblicazione del suo Manifesto

Il concetto di Medicina Integrata è stato definito con chiarezza per la prima volta in Italia dalla SIOMI quando il 3 dicembre 2011 (esattamente 10 anni fa) nel prestigioso Salone de’ Dugento del Palazzo Vecchio di Firenze fu presentato l’accordo con le principali istituzioni sanitarie del paese sulle definizioni concettuali ed operative di questa disciplina, racchiuse nel Manifesto per la Medicina Integrata. L’evento fu celebrato proprio su questa rivista da un numero monografico dove i singoli enunciati del Manifesto furono accompagnati da specifici approfondimenti scientifici, clinici, etici ed epistemologici. A 10 anni di distanza appare opportuno tornare sugli stessi temi, con una consapevolezza diversa. La Medicina Integrata è un modo moderno di intendere il contributo di tutte le medicine complementari definite come CAM( Complementary and Alternative Medicine) o, meglio, più recentemente, TCM ( Traditional and Complementary Medicine) al raggiungimento del benessere e della salute , in un modello efficace di affiancamento e integrazione con la Medicina Convenzionale (CM). L’obiettivo da raggiungere dovrebbe portare a far sì che le TMC subentrino a fianco della CM laddove la CM, per il suo stesso modo di operare, mostra delle carenze. Ad esempio, quando si parla di Evidenza Scientifica e di Appropriatezza. La Evidence

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Effetto placebo e dintorni

“L’arte della medicina consiste nel distrarre il malato mentre la natura lo guarisce” (Voltaire) A Ippocrate (460-377 a.C.) e a Galeno (129-201 d.C.) dobbiamo i tentativi di dare dignità alla pratica terapeutica del medico che prima di loro era rappresentata da usanze in parte empiriche e in parte aneddotiche: nel papiro di Ebers che risale al 1.500 a.C., rintracciato in Egitto , troviamo cenni all’uso di veleni di serpente, sterco di animali, frammenti di ossa, sangue, in misture da applicare sul corpo o da assumere, senza dimenticare che la mitologia attribuisce addirittura la nascita dell’arte medica ad Asclepio, figlio di Apollo. Ippocrate aveva intuito che la natura stessa rappresenta la fonte più utile di terapia, affermando l’uso di farmaci ottenuti dal mondo animale, vegetale , minerale e prescrivendo purghe e salassi, ma proponendo anche adeguati stili di vita, come vivere all’aria aperta e una buona attività fisica. Galeno proponeva pozioni a base di carne e veleno di vipera, rabarbaro, oppio, genziana, pepe, mirra e ossa umane . Oggi certamente queste pratiche appaiono sorprendenti, ma inserite nel loro contesto storico avevano la loro dignità; non sappiamo se fossero efficaci o meno ma allora non si conosceva il concetto di placebo e non

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CAM , vaccini e “higiene hypothesis”

Negli ultimi tempi si è venuta a creare in Italia una situazione complessa riguardante la pratica vaccinale . Notizie su possibili effetti negativi hanno determinato una tendenza rilevante all’astensione, portando il livello di copertura per alcuni tipi di vaccini al di sotto del 95%,  con la conseguente diffusione  di malattie che erano oramai divenute sporadiche, come il Morbillo. Il fenomeno ha indotto le istituzioni sanitarie a misure di difesa della pratica vaccinale, come la propedeuticità dei vaccini per la iscrizione alle scuole   e le sanzioni nei confronti dei medici contrari alle vaccinazioni . Si può intuire quanto questo momento storico, a causa di vari aspetti di tipo sociale e culturale, sia distorsivo: in passato la richiesta di dimostrare l’avvenuta effettuazione dei vaccini per essere iscritti a scuola era  prassi abituale ed accettata senza particolare resistenza. E’ negli ultimi, possiamo dire, 20 anni che si è aperto un confronto tra la comunità scientifica da una parte e gli esperti di bioetica dall’altra,  sulla validità e convenienza dell’obbligo messe a confronto con  un atteggiamento di scelta responsabile da parte dei cittadini, considerando che la loro capacità di informazione e la loro sensibilità alle problematiche della propria salute sono aumentate. Anche in alcuni

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