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La Dieta Mediterranea e la Piramide Alimentare

Di Francesco Macri

Il termine Dieta Mediterranea venne coniato dal fisiologo statunitense Ancel Benjamin Keys (Colorado Springs, 24 gennaio 1904 – Minneapolis, 20 novembre 2004) che nel dopoguerra, durante il soggiorno in un paesino della costiera cilentana, Pioppi, notò come lo stile di vita della popolazione autoctona fosse legato ad una bassa incidenza di patologie cardiovascolari. Questa intuizione permise al Dott. Keys di intraprendere uno studio osservazionale che porta il nome di “Seven Country Study” in cui vennero messe a confronto le diete adottate in sette paesi del mondo (Italia, Giappone, Grecia, Stati Uniti, Finlandia, Yugoslavia e Paesi Bassi (AA.VV., Seven Countries: A Multivariate Analysis of Death and Coronary Heart Disease, Harvard University Press, 1980). I risultati di questo studio confermarono che nei paesi che affacciano sul Mar Mediterraneo era minore l’incidenza di malattie cardiovascolari. La differenza nello stile della dieta, definita quindi “Dieta Mediterranea” risiedeva nel maggior consumo di cereali e alimenti di origine vegetale come legumi, frutta, verdura, olio extravergine di oliva a discapito di prodotti di origine animale. Questa iniziale intuizione del Dott. Keys venne poi confermata negli anni da studi internazionali.
Negli anni ‘90 il concetto di Dieta Mediterranea è stato rappresentato in uno schema grafico a forma di piramide per rendere immediata la percezione di quali alimenti fossero da consumare quotidianamente (posti alle basi) e quali più raramente (vertice della piramide). Negli anni questo schema ha subito varie modifiche fino alla versione più recente e aggiornata pubblicata dall’ INRAN (https://www.inran.it/piramide-alimentare/9647). Partendo dalla base della “Piramide Alimentare Mediterranea” troviamo i corretti stili di vita come lo svolgimento di attività fisica moderata e regolare, adeguato riposo, la convivialità a tavola, l’utilizzo di prodotti di stagione, locali e freschi. Giornalmente una corretta alimentazione prevede l’uso quotidiano frutta (1-2 porzioni nel pasto principale, almeno 3 nella giornata) ortaggi e verdure, sia cotte che crude (2 porzioni o più nei pasti principali). Per frutta e verdura è consigliato di variare i colori (verde, rosso, giallo/arancione, blu/viola, bianco). Giornalmente devono essere consumati anche i cereali (preferibilmente non raffinati), circa 1-2 porzioni nel pasto principale, almeno 3 nella giornata. Giornalmente vanno consumati i grassi insaturi (olio extravergine di oliva), olive, noci e semi oleosi, latte e prodotti del latte; man mano che si sale nella piramide si incontrano e legumi, pesce, pollame e uova. All’apice della piramide troviamo invece i cereali raffinati, dolci, bibite gassate, sale e la carne rossa. La carne rossa viene quasi esclusa dalla dieta dalla relazione dell’OMS con la raccomandazione di un consumo mensile (https://www.hsph.harvard.edu/nutritionsource/healthy-eating-plate/). La carne rossa infatti è stata inserita tra i cancerogeni probabili mentre gli insaccati tra i cancerogeni certi. Secondo il nostro Ministero della Salute sono state confermate delle raccomandazioni di prudenza nell’utilizzo della carne rossa, con attenzione alla carne processata (Quaderni del Ministero della Salute, nutrire il pianeta, nutrirlo in salute, equilibri nutrizionali di una sana alimentazione 25 Ottobre 2015). Ultima, ma non meno importante, raccomandazione è quella di consumare almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno.

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