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Omeopatia, tra Fenomenologia ed Epigenetica

di Francesco Macrì

Il primo presupposto è stabilire se l’omeopatia contempla, nella sua impostazione, aspetti legati alla genetica. A tale scopo potremmo, ad esempio, considerare che dietro gli aspetti morfofunzionali che l’omeopatia tiene in conto, almeno in certe sue applicazioni, ai fini di inquadrare il soggetto per la prescrizione terapeutica, possono essere impliciti aspetti genetici.

Ad esempio il soggetto mesomorfo (mesoblasta) è più portato al rischio di malattie cardiovascolari( Ghosh et al, 2000 ; Herrera et al, 2004) quindi dietro l’aspetto morfofunzionale del mesoblasta, è prevedibile un assetto genetico caratteristico che orienta la sua biologia verso un certo tipo di malattie. Anche aspetti morfologici più circoscritti sembrano sottendere una predisposizione a malattie specifiche, vedi ad esempio il rapporto tra lunghezza del 2° e 4° dito della mano: il secondo dito ha in effetti lunghezza inferiore se c’è una esposizione al testosterone in gravidanza (Knickmeyer et al, 2011) per cui il rapporto tra lunghezza del 2° e del quarto dito è in tal caso inferiore e questi soggetti sono meno empatici, più predisposti al cancro della prostata se di sesso maschile (Jung et al, 2011) e protetti dal cancro del seno se di sesso femminile (Muller et al, 2012). Chi negherebbe anche in tal caso la presenza di determinanti genetici?

Ma ancora. Pensiamo alle caratteristiche individuali per la preferenza dei sapori, tenute spesso in considerazione dall’omeopatia, in base alle quali il soggetto sulphur è portato a preferire il dolce, natrum muriaticum il salato, silicea l’affumicato: la biologia molecolare ha ormai dimostrato che le sensibilità a certi sapori e la tendenza preferirne alcuni rispetto ad altri è su base genetica, ognuno dei 6 gusti (salato, dolce, amaro, grasso, acido, umami) è percepito da recettori specifici che sono codificati geneticamente !! E succede che chi ha un’alterata percezione del sapore grasso è più soggetto ad obesità e sindrome metabolica (Keller et al, 2012), chi ha un’alterata percezione del dolce è più predisposto alla carie dentale e all’alcolismo (Eny et al, 2012), confermando quindi la utilità dell’anamnesi omeopatica dedicata a tali aspetti.

Ancora più interessante, però, è la possibilità di rintracciare collegamenti tra omeopatia ed epigenetica, la scienza che studia le modificazioni della espressione genica a seguito dell’esposizione a fattori ambientali, e per affrontare tale tematica tre argomenti “omeopatici” appaiono utili alla discussione. Essi sono l’eugenetica, le variazioni temperamentali, la fenomenologia.

Eugenetica
L’eugenetica è la disciplina che si propone il miglioramento genetico della specie umana (Galton, 1869), meta che può essere raggiunta sia evitando la trasmissione di tare ereditarie alla discendenza (eugenetica negativa), sia promuovendo la diffusione dei caratteri favorevoli (eugenetica positiva).

In ambito omeopatico l’eugenetica è rappresentata dalla possibilità di eliminare i miasmi ( Ortega PS, Encycl Homeop, 1914) e per ottenere questo scopo è utile iniziare prima del concepimento, a partire dai genitori. “Si deve eliminare dalla loro eredità la Psora, la Sifilide e la Sicosi, ma particolarmente la Psora. Agendo in questo modo, per una o due generazioni, lo scopo dell’eugenetica potrebbe essere prontamente raggiunto” ( The Homeopathician, Encycl Homeop, 1914).

I rimedi adatti a contrastare la Psora vanno sotto il nome di rimedi omeopsorici e la gravidanza non costituisce mai un ostacolo al trattamento omeopsorico, anzi “ nelle donne in gravidanza i disturbi cronici sono più accentuati e i sintomi della psora interna sono più evidenti a causa dell’ accresciuta sensibilità psicofisica della donna incinta. E’ questa la ragione per cui il rimedio omeopsorico agisce in modo più sicuro e più evidente durante la gravidanza: il medico dovrà quindi somministrare il rimedio in dosi il più possibile attenuate e dinamizzate, facendo ben attenzione a scegliere il rimedio in ossequio ai criteri omeopatici” ( Hahnemann S, «Le malattie croniche»)

Tra gli omeopati moderni: Lèon Vannier, Alain Horvilleur e Ronald Boyer hanno pubblicato testi sull’argomento. In particolare Vannier, ha trattato per trent’anni le donne durante la gravidanza con rimedi omeopatici usando mese dopo mese i nosodi indicati dall’anamnesi della madre e del padre del futuro nascituro.

La gravidanza rappresenta anche un periodo di particolare vulnerabilità per il prodotto del concepimento e, durante il primo trimestre, vari fattori ambientali di esposizione materna (infezioni, inquinamento, stress, etc..) possono comportare, attraverso meccanismi epigenetici , il rischio per malattie croniche da adulto al nascituro, come diabete, disturbi dell’apprendimento, autismo, asma bronchiale, neoplasie. Alcuni lavori d’altronde hanno dimostrato un effetto di tipo epigenetico da parte di sostanze in diluizione omeopatica su substrati cellulari: rame e Apis Mellifica modificano l’espressione genica di cellule prostatiche umane (Dei et al, 2010, 2015), Gelsemium modifica l’espressione genica di cellule neuronali murine (Marzotto et al 2014). E’ plausibile, quindi, che l’approccio eugenetico si basi proprio su questi meccanismi, e l’assunzione da parte della mamma durante la gravidanza di rimedi omeopatici possa realmente avere effetti sul nascituro. Una considerazione sostanzialmente teorica, anche se plausibile, evidentemente non priva di aspetti di tipo etico legati alla assenza di codifica per interventi che sono al momento delegati alla discrezionalità del medico, a meno che non si dia per scontato che il rimedio omeopatico possa avere solo effetti favorevoli nel rimuovere i disturbi o le cause di essi e non nel provocarli.

Modifiche temperamentali
In omeopatia l’impostazione costituzionalistica indica come l’individuo, avendo una sua tipologia biologica costituzionale, si esprime dal punto di vista fisiopatologico in modo peculiare, caratteristico per ognuna delle costituzioni, ma può modificare il proprio modello di reazione costituzionale, spontaneamente (invecchiamento) oppure a seguito di eventi stressanti(malattie gravi, traumi psichici), con modulazioni nell’ambito della stessa espressione costituzionale , passando dalla fase stenica a quella del magnesio, del potassio, del sodio, del bario e dell’ammonio, o, a volte, addirittura assumendo caratteristiche di altri modelli costituzionali (endoblastizzazione del mesoblasta). Parliamo in pratica di una sorta di plasticità biologica che ben si collega ai concetti recenti enunciati dagli epigenetisti.

Sappiamo infatti che alcuni dei fattori indicati, come lo stress e l’invecchiamento, in grado di modificare, secondo il modello omeopatico, l’espressione clinica dell’individuo, possono avere un effetto epigenetico, vedi il lavoro di Kellerman nelle vittime dell’olocausto, oppure le modifiche dell’espressione genica nei topini “invecchiati”(Roberts et al, 2015). Quindi lo stesso modello di tipo epigenetico può essere indicato per spiegare le modifiche temperamentali descritte in Omeopatia: il soggetto può subire delle modifiche di tipo “temperamentale” durante la propria esistenza modificando le sue espressioni di salute e di malattia a seguito di fattori ambientali. Non si tratta evidentemente di ricadute di tipo terapeutico, almeno non in senso stretto, ma di elementi di supporto alla metodologia di approccio al malato in Omeopatia.

Fenomenologia
La fenomenologia è la tecnica omeopatica che studia il cambiamento dei sintomi a seguito di cambiamenti ambientali, ad esempio il miglioramento all’aria aperta, o il peggioramento stando coricati, oppure camminando, fornendo al medico dati molto utili per la scelta della terapia. E’ da segnalare come l’Omeopatia, essendosi sviluppata in un periodo storico in cui le acquisizioni scientifiche erano molto scarse, si è basata soprattutto su intuizioni dei suoi padri fondatori, così, ad esempio, per il trattamento della febbre, imposta le scelta del rimedio sulla base delle caratteristiche della manifestazione febbrile, Belladonna in presenza di congestione vascolare e abbattimento oppure Aconitum in presenza di agitazione e voglia di bere, senza considerare che dietro queste manifestazioni c’è la produzione dell’IL1 o pirogeno endogeno regolata su base genetica: esattamente come quando il dottor Down descrisse nel 1867 la sindrome che porta il suo nome, senza aver la possibilità di considerare che essa è dovuta alla trisomia del cromosoma 21!!
Il concetto espresso dalla fenomenologia omeopatica lo possiamo rintracciare teoricamente in tutte quelle circostanze che vedono aspetti ambientali in grado di agire sullo stato di salute dell’individuo. Così la modalità omeopatica “ peggioramento all’aperto “ potrebbe corrispondere al dato che l’esposizione ambientale agli inquinanti può provocare danni alla salute (Syed et al, 2013), oppure il “ miglioramento con il tocco leggero” potrebbe corrispondere al dato che la carezza può avere effetti positivi riducendo la produzione di cortisolo da parte del surrene o riducendo il tono vagale (Feldman et al, 2010). Si tratta quindi di modalità che potrebbero avere un’interpretazione su base epigenetica, ammettendo , come d’altronde è documentato, che gli effetti epigenetici si possono realizzare in tempi brevissimi, come quelli necessari per una carezza o per uscire all’aperto per una boccata d’aria.

Questa dissertazione è basata su ipotesi assolutamente personali, un esercizio della mente, con lo scopo sempre perseguito di trovare punti di contatto tra Omeopatia e Medicina Convenzionale, presupposto indispensabile per l’applicazione del modello della Medicina Integrata.

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